
C’è un momento, tra l’inizio e la metà degli anni 2010, in cui le sneaker da running iniziano a cambiare pelle. Le silhouette si fanno più snelle, le costruzioni più fluide, i pannelli di tessuto sovrapposto lasciano spazio a materiali tecnici capaci di fondersi con il piede. È qui che entra in scena la tecnologia FLUIDFIT™ di ASICS, che ha definito un’epoca per chi cercava una calzata avvolgente, quasi “liquida”, senza rinunciare al supporto.
Oggi, questa storia torna in superficie con la nuova versione delle GEL-KAYANO™ 20, riletta dal Kiko Kostadinov Studio per ASICS e lanciata il 2 maggio nella gamma UB10-S. Un progetto che, come da tradizione per il collettivo londinese guidato da Laura e Deanna Fanning, reinterpreta il footwear tecnico in chiave concettuale, quasi artistica.

Design tra natura e abbandono
Le nuove UB10-S GEL-KAYANO™ 20 prendono spunto da suggestioni che vanno ben oltre la corsa: ispirazioni che parlano di découpage, di simulacri naturali, di oggetti abbandonati, ma anche recuperati dai paesaggi del nostro quotidiano. È una scarpa che non solo veste il piede, ma racconta un’epoca. Quella in cui l’impurità della forma — pensata, tagliata, incollata — si traduce in uno statement visivo e sociale.
Ispirate alla stratificazione della natura contaminata dall’uomo, queste sneaker sembrano quasi emerse da un paesaggio dimenticato: un’opera scultorea in movimento, fatta di mesh traspirante e TPU strutturale incrociato, nato originariamente per garantire supporto strategico ai punti critici del piede.

Performance nascosta, comfort svelato
Nonostante l’approccio fashion-forward, la tecnologia rimane al centro del progetto. Oltre alla struttura FLUIDFIT™, che garantisce stabilità e flessibilità dinamica, le sneaker sono dotate di doppi inserti in GEL™ per un’ammortizzazione avanzata e di un sistema TRUSSTIC™ nell’intersuola, pensato per limitare torsioni indesiderate durante la camminata o la corsa.
Il risultato è un equilibrio perfetto tra forma e funzione: una sneaker che può essere indossata ogni giorno, ma che racconta una visione alternativa del mondo — dove il design non è solo estetica, ma strumento di riflessione.