Sneakers Magazine – Issue N°108

Si dice che il diavolo stia nei dettagli. Ma forse, a ben guardare, negli stessi dettagli c’è anche la bellezza.
E i dettagli fanno davvero la differenza (inutile ripeterlo agli sneakerhead, loro ne sono già perfettamente convinti): lo dimostra il fatto che sono le aziende che riescono ancora a concentrarsi sui dettagli del prodotto, a conquistare il mercato. Non importa la scala dimensionale su cui si muovono: può trattarsi di giganti come New Balance, che con una strategia di mercato attenta più ai particolari del prodotto che a quelli del marketing, si sta rendendo protagonista di una scalata a vette di mercato mai frequentate (oltre che della nostra cover story). Oppure di realtà piccole – perché effettivamente neonate – come Fourline, che sanno imporsi riportando i già citati dettagli all’attenzione del consumatore finale (trovate un’anteprima esclusiva del nuovo modello pronto per l’estate 2024). Due estremi che, pur se completamente diversi, hanno insomma qualcosa in comune.

Intanto marchi storici (Lotto, Levi’s) si reinventano per l’estate 2023, cercando quell’equilibrio tra tradizione e innovazione che rappresenta il Santo Graal del mondo sneakers da almeno un quarto di secolo a questa parte, mentre i retailer schivano le profezie apocalittiche investendo sull’esperienza fisica dell’acquisto, su selezioni ricercate e modelli (altrimenti) introvabili: sfogliare, per credere, il servizio sui nuovi negozi che contribuiscono a cementare lo status di Milano capitale italiana delle sneakers, e che hanno aperto i battenti a pochi passi dalla nostra redazione nel corso dell’ultimo mese.

In un panorama in continuo movimento, stupisce che a risultare sempre meno dinamici siano i grandi player, che sembrano spesso impegnati in contorte operazioni di autosabotaggio, invece che nella ricerca e sviluppo di prodotti innovativi e capaci di far compiere un nuovo salto evolutivo al mondo sneakers (ce ne sarebbe davvero bisogno!).
E così, se una nuova primavera sneakers tarda ad arrivare, quella meteorologica è già fuori dalle nostre finestre mentre chiudiamo questo numero, e avrà ampiamente prodotto i suoi benefici effetti quando leggerete queste pagine. Speriamo che fioriscano nuove rose, concrete e metaforiche, e intanto consoliamoci con tutta la cultura che ancora gira intorno alle sneakers: nella seconda parte di questo numero, trovate ad esempio una testimonianza tratta dall’autobiografia del grande Dennis Rodman, che ci riporta a tempi che hanno fatto innamorare il mondo del basket NBA, e delle scarpe che si vedevano su quei parquet di conseguenza. E poi tanta storia, e tante storie, ispirate e ricordate da sneakers di ieri e di oggi. Quelle, per fortuna, non mancano mai.

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