
Nike, tra crisi e rinascita: il futuro dello Swoosh passa da qui
Si dice che le icone non muoiano mai, ma a volte inciampano. E nel mondo sneakers, quando inciampa lo Swoosh, tutti se ne accorgono. L’ultima caduta è arrivata forte e chiara: il titolo Nike è crollato del 20% in un solo giorno, la peggior performance in borsa degli ultimi 40 anni. Ma è davvero l’inizio della fine o solo una curva imprevista in un percorso ancora lungo?
Il nuovo corso voluto da John Donahoe – ex eBay, oggi CEO Nike – punta tutto sul digitale e sulla vendita diretta. Ma il taglio di molti rivenditori storici, unito a un marketing meno empatico, ha allontanato il brand dai suoi clienti più fedeli. E i numeri lo confermano: vendite in calo, magazzini pieni, e modelli come le Air Max DN che restano invenduti sugli scaffali.
Nel frattempo, i competitor accelerano. Hoka, On e New Balance conquistano quote di mercato, con prodotti che parlano la lingua dei consumatori di oggi: qualità costruttiva, storytelling autentico, community. Basti guardare al successo delle New Balance 1000, riesumate dagli archivi del 1999 e oggi perfettamente in linea con le tendenze Y2K che dominano le strade e i social.
Eppure, la crisi può essere un’opportunità. Per chi sa reinventarsi, per chi torna a parlare alle persone prima che ai numeri. Le collaborazioni come quella con Nigel Sylvester (e quel geniale “Bike Air” stampato sul tallone) dimostrano che lo storytelling può ancora fare la differenza. Così come il ritorno dei grandi classici – dalle Air Max 1 di Huf alle Jordan IV Military Blue – che sanno colpire al cuore chi ha vissuto gli anni d’oro del collezionismo sneakers.
Il 2025 sarà un anno cruciale. Tra remake, nuove silhouette, crisi da superare e mercati da riconquistare, Nike – come tutto il mondo delle sneakers – dovrà scegliere: rincorrere il passato o creare il futuro. E magari, in mezzo a tutto questo, riscoprire il suo vero potere: quello di far sognare un ragazzino di 14 anni con un paio di scarpe ai piedi.
Perché anche se la corsa si fa dura, le icone non si fermano. Cambiano passo. E lo Swoosh, forse, è pronto a farlo di nuovo.
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