L’hype che circonda ogni progetto che porti la firma di Demna Gvasalia, lo stilista trentacinquenne georgiano balzato ai vertici della moda mondiale grazie al collettivo Vetements prima e al ruolo di direttore creativo di una maison storica come Balenciaga poi, è destinato a sgonfiarsi, un giorno o l’altro. La moda funziona così. Ma quel giorno non è ancora arrivato, né sembra vicino. Anzi: ormai Vetements è un marchio senza limiti, capace di decine e decine di progetti collaborativi a ogni stagione. Tutti fondati sulla costruzione di una estetica che non guarda affatto verso un qualche ideale di bellezza classica, ma flirta piuttosto con il suo contrario. Quello tra Vetements e le InstaPump Fury di Reebok sembrava dunque un matrimonio perfetto: da una parte un modello storico,capace di allontanarsi radicalmente dall’idea di scarpe da running dalla linea sinuosa e filante che andava per la maggiore negli anni Novanta, dall’altra il gruppo di designer che sta spostando i confini di ciò che è accettabile nel mondo del fashion. Ecco dunque un modello nuovo di zecca, fondato sulla linea delle InstaPump, ma completamente diverso, come a rappresentarne una versione deformata. Per di più, le scarpe arrivano sugli scaffali con una tomaia bianca già sporcata in modo indelebile. Risultato? Mentre molti si stavano chiedendo (giustamente) se uno scherzo del
genere potesse valere un prezzo retail oltre gli 800 dollari, le scarpe sono andate esaurite, e ora passano di mano per circa 1.000 sui siti di aste online. Per i nostri parametri, idea e colorazione sono francamente ingiudicabili, ma il mercato ha già deciso al posto nostro: massimo dei voti per Gvasalia e soci.