La rubrica most wanted punta la luce su quelle sneakers che con il passare del tempo, quando l’hype sfuma, restano negli annali del collezionismo e diventano delle perle rare da desiderare per la propria collezione e per il proprio guardaroba.

Sono passati tre anni dal lancio della serie “The Ten”, e non c’è bisogno di sottolineare l’impatto avuto dalla collaborazione tra Off-White C/O Virgil Abloh e Nike: il progetto ha rimesso lo Swoosh al centro del gioco dell’hype, in un ruolo da leader che sembrava essergli stato scippato da adidas grazie all’operazione Yeezy. Inoltre, le Nike di Off-White sono riuscite a diventare un’icona trasversale capace di colpire ogni fascia di mercato, dallo studente alla casalinga. Quello arrivato durante il weekend dell’All Star Game dell’NBA americana è però un ulteriore passo in avanti di questa collaborazione che, al di là di ogni giudizio di merito, ha cambiato il panorama del piccolo mondo sneakers. Questa volta infatti, Virgil Abloh lavora su un modello-simbolo della storia Jordan, perfino più significativo, per un ragazzo cresciuto a Chicago, delle Air Jordan 1 che pure hanno rappresentato l’apice della prima collaborazione con il marchio. Nel corso di una lunga intervista con il sito theundefeated.com, Abloh ha ricordato che le Air Jordan V sono state le prime scarpe che ha chiesto di poter comprare, quando era solo un ragazzino.

“Dormivo con le scarpe in fondo al letto così da poterle avere subito sotto gli occhi appena mi svegliavo”.

Non stupisce dunque che le sue Jordan V siano piene di ricordi, a iniziare dalla colorazione vagamente reminescente della classica “Metallic” del 1990 e dalla suola “instant vintage” ingiallita ad arte. L’elemento di design più evidente, però, è senza dubbio rappresentato dai fori circolari sulla tomaia, che riprendono quelli visti sulle borse della collezione primaverile di Off-White, pur se sulle scarpe non sembrano altrettanto significativi: una borsa bucata diventa infatti una metafora, più che un oggetto pratico, un paio di scarpe bucate non sembrano invece contenere una riflessione altrettanto incisiva sullo stile contemporaneo. I buchi però, secondo le dichiarazioni dello stesso Abloh, sono solo una parte di un progetto più ampio che deve ancora essere svelato. Rimaniamo dunque in attesa, limitandoci per ora a registrare il fatto che il modello sembra essere servito almeno a ridare fiato ai reseller, con ricarichi rispetto al prezzo retail di almeno il 300% sul mercato secondario.