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In preparazione all’ AIR MAX DAY del 26 Marzo, Nike per  tutto il mese di marzo, celebra la sua Air Max, la scarpa lanciata nel 1987 che ha cambiato il mondo del running, sia dal punto di vista tecnologico che da quello del design. Dietro la tecnologia Air Max c’è una storia interessante, fatta di ricerca, idee innovative, rischi, fallimenti e successi. La andiamo a ripercorrere con David Forland, uno dei padri di Air Max, a capo dello sviluppo del sistema di ammortizzazione.

Qui di seguito un pezzo dell’intervista, che potete leggere integralmente su Nike/NEWS. Enjoy.

Come è approdato al progetto Air Max?

Sono stato arruolato nel periodo in cui ha avuto inizio lo sviluppo della tecnologia

“visible air”. Non ci è voluto molto a capire che l’azienda era davvero interessata a

mostrare la tecnologia Nike Air al consumatore.

 

Com’è stato lavorare su questo progetto nei primi tempi?

Il primo paio d’anni sono stati caratterizzati da un duro lavoro. Dall’85, finché non

abbiamo effettivamente lanciato le Air Max 1 nel 1987, ci siamo dedicati alla ricerca

e allo sviluppo, inventando quella che è poi diventata la Air Max. Dopo tutto quel

tempo, l’idea si è palesata all’improvviso in un pensiero, proprio come quando al

personaggio di un cartone animato compare una lampadina accesa sopra la testa.

 

Qual è stato il momento di rivelazione nel processo di sviluppo delle Air Max?

Al tempo dovevamo produrre a mano tutti i nostri prototipi di aria incapsulata.

Mentre saldavamo a mano un prototipo, un altro designer è entrato in laboratorio e

ha chiesto che cosa sarebbe successo se avessi ruotato il cuscinetto in modo che le

cuciture si trovassero nella parte alta e in basso, invece che lungo il perimetro. In

quel preciso istante mi si è accesa una lampadina e ho pensato fra me e me “Si,

potrei farlo.” Ho costruito un nuovo prototipo in quello stesso momento, che

includeva la creazione di uno sistema che mi avrebbe consentito di manovrare la

pellicola del cuscinetto d’aria in modo da consentirmi di effettuare le necessarie

saldature. Ciò in cui ci eravamo imbattuti, e che abbiamo poi creato, era un’unità con

l’aria incapsulata con fianchi lisci su entrambi i lati: il primissimo prototipo di ciò

che sarebbe poi diventata la tecnologia “Visible Air” di Nike.