Dal commercio virtuale ai negozi fisici, uno sguardo verso il futuro

Come si dice in gergo “la miglior difesa è l’attacco”. A rendere favorevole i fattori di questo approccio commerciale (ovviamente) aggressivo sono state anche le sopravvenute condizioni del mercato nella vecchia Europa. Di cosa stiamo parlando? Ovviamente dell’espansione commerciale dei flagship retail all’interno di uno scacchiere commerciale affollato ma evidentemente non saturo. In particolare è il caso di END. CLOTHING, brand fondato nel 2005 in quel di Newcastle upon Tyne la cui ragion d’essere parte dall’esigenza di avere un punto di riferimento per l’abbigliamento maschile in una zona abbastanza fertile da quel punto di vista. Il concept iniziale del negozio prevedeva uno spazio dall’’atmosfera amichevole suddiviso su due piani, tra i quali mixare moda casual di brand emergenti (in particolare dal Giappone) e le sneakers più ricercate del globo. Il concept store “End Hunting Co.” ha aperto le sue porte alla fine del 2009 a Newcastle mostrando prodotti di un livello di qualità e artigianalità raramente visto nel Regno Unito. Il collettivo alle spalle del brand END. si è fatto strada  attraverso partnership importanti e collaborazioni con marchi di fama mondiale, marchi  leader di mercato ed anche con quelli emergenti con grandi idee più innovative. Dunque era solo questione di tempo che END. approdasse nella città economicamente più solida d’Europa. Situato nel cuore della capitale, END. London è il terzo store in ordine di tempo ma il primo come metratura globale. Progettato in collaborazione con lo studio Brinkworth è situato nel quartiere di Soho, al 59 Broadwick Street, il cui design rimane fedele a quello delle sedi originarie ed utilizza una gamma di materiali quali marmo, acciaio inossidabile, specchio e legno d’acero a testimonianza di un importante investimento sul territorio londinese. All’interno dello spazio di 8.500 m², lo store si estende su due piani, con una vasta parete di sneakers che avvolge l’intero angolo di una gigantesca vetrata. Come molti di voi sanno sono tanti i nomi importanti del menswear contemporaneo che fanno capolino nello store, tra cui Off-White , Acne Studios , Stone Island Shadow Project , Comme des Garcons e Moncler, insieme ai big delle sneakers quali i soliti nomi noti della scena. END. London si conferma quindi  un brand in forte espansione e la nuova apertura testimonia una direzione commerciale strategica nell’apertura di nuovi punti fisici a dispetto degli spaventosi numeri che la rete macina ogni giorno e che potrebbero inibire nuovi investimenti nel settore. END. CLOTHING è una società finanziariamente solida ed è stata individuata come una delle aziende in più rapida crescita del Regno Unito. END. è l’unica azienda del Nord Est ad essere presente nella lista del Sunday Times BDO Profit Track 100 che classifica le società private britanniche con i profitti in più rapida crescita negli ultimi tre anni. Grazie alla forte presenza dell’online è balzato alle stelle al numero 47 dopo aver guadagnato profitti in crescita per oltre il 70%. Nel 2017 gli utili hanno raggiunto i 16,2 milioni di sterline su un fatturato di 69,7 milioni di sterline, un aumento significativo rispetto ai 37,9 milioni di sterline dell’anno precedente. Forti di questi incredibili numeri, l’azienda co-fondata da John Parker e Christiaan Ashworth ha schedulato due aperture fisiche tra cui l’ultima a Londra e probabilmente ne seguiranno altre. Ciò dimostra che l’investimento parte da una forza economica non indifferente, quasi di posizione dominante (anche se non conosciamo tutti i numeri del settore), che palesa l’interesse dei brand di investire nei punti chiave delle città più importanti dove la cultura delle sneakers è forte e predominante. Sono tanti i nomi che ci vengono in mente: Sneakersnstuff, OVO, Footpatrol (ora di proprietà del colosso JD SPORTS), Offspring e non ultimo KLEKT : sono tutti dislocati nel centro della metropoli londinese. Un caso? Direi di no. Londra, dopo la dipartita di un punto  di riferimento quale Colette ed altre défaillance di altre proprietà importanti a PARIGI, si candida a capitale europea delle sneakers e si prende quello scettro che forse le spetta da tempo. Per analizzare le condizioni di questa situazione dovremmo prendere in considerazione la nuova ondata modaiola della fashion week londinese che segue quelle più blasonate di Parigi e Milano; se però scendiamo nel concreto, la ragione potrebbe trovarsi nel fatto che gli affitti degli spazi commerciali si sono abbassati negli ultimi tempi e lo spettro della BREXIT potrebbe aver influito sui timori di investimento dei londinesi aprendo le porte ad investimenti temporalmente anticipati prima della possibile uscita del regno unito dall’Europa. Sono solo supposizioni, fatto sta che se dovessimo consigliare una longitudine ed una latitudine per lo shopping a tema sneakers la risposta sarebbe questa:  51.509865 – 0.118092.

Articolo tratto da Sneakers Magazine #88